Paese studiato: Stati Uniti d’America
Tipo di difficoltà di apprendimento che la buona pratica supporta
- Difficoltà di lettura e scrittura
- Difficoltà sociali o emotive
- Difficoltà di apprendimento generali o specifiche
Scopi e obiettivi della buona pratica
Questa buona pratica è il sesto capitolo di un kit di strumenti sviluppato dal Dipartimento dell’Istruzione degli Stati Uniti e dall’Office of English Language Acquisition (OELA), l’English Learner (EL) Toolkit. Questa risorsa è stata pensata principalmente per i/le docenti e gli amministratori che supportano gli studenti che imparano l’inglese come seconda lingua, in modo che possano ricevere un’istruzione di alta qualità con pari opportunità e raggiungere il loro pieno potenziale. Anche altri soggetti coinvolti nell’istruzione degli EL possono trovare questo toolkit informativo e utile. Il capitolo 6 offre un supporto per aiutare gli/le insegnanti a distinguere tra difficoltà di acquisizione linguistica e difficoltà di apprendimento, fornendo strumenti come liste di controllo e confronti per guidare la comprensione alla radice delle difficoltà di uno studente o di una studentessa. Identificando la causa, i/le docenti possono adattare il loro approccio e selezionare le strategie più efficaci per sostenere l’apprendimento dell’apprendente, sia che si tratti di acquisizione linguistica sia che si tratti di una specifica difficoltà di apprendimento.
Breve descrizione della buona pratica
Il sesto capitolo del Toolkit EL, così come gli altri nove che completano il documento, fornisce: informazioni sui diritti civili e sugli obblighi legali nei confronti degli EL, liste di controllo che le agenzie educative statali e locali (SEA e LEA) possono utilizzare per l’autovalutazione, esempi di strumenti da adattare nella pratica e ulteriori risorse. Premesso che il Toolkit in generale non impone approcci, curricula e piani di lezione specifici, nel capitolo sono presenti le seguenti risorse di supporto:
• Strumento n. 1 – elenco di raccomandazioni sulle politiche di riferimento, identificazione, valutazione e fornitura di servizi agli EL neurodivergenti;
• Strumento n. 2 – tabella per supportare i/le docenti nella differenziazione tra i processi di acquisizione del linguaggio e le manifestazioni di una difficoltà di apprendimento, illustrando i comportamenti comuni di apprendimento in classe e offrendo indizi per capire se possano derivare da difficoltà linguistiche o di apprendimento;
• Strumento n. 3 – lista di controllo per il team del Programma Educativo Individualizzato (PEI) durante la stesura di un PEI per EL neurodivergenti;
• Strumento n. 4 – suggerimenti su come utilizzare le risorse della Civil Rights Data Collection, per individuare potenziali lacune in termini di equità e opportunità nelle scuole pubbliche statunitensi e analizzarle;
• Strumento n. 5 – Dos e Don’ts su come selezionare correttamente misuire ad hoc per studenti e studentesse neurodivergenti;
• Ulteriori risorse
3 Principi di apprendimento chiave che sono stati utilizzati in questa buona pratica per supportare studenti e studentesse neurodivergenti
1. Distinguere l’acquisizione del linguaggio dalle difficoltà di apprendimento – Questo principio è fondamentale perché i/le docenti devono distinguere tra lo sviluppo delle competenze linguistiche di un apprendente e una potenziale difficoltà di apprendimento. Lo strumento n. 2 (tabella) del capitolo 6 fornisce un elenco completo di comportamenti di apprendimento accompagnati da indicatori che possono aiutare a valutare se si tratta di semplici difficoltà linguistiche o se derivano da un DSA. Questo aiuterà gli/le insegnanti a trovare l’approccio e le strategie didattiche migliori.
2. Istruzione personalizzata – Dopo aver valutato l’apprendente, è necessaria un’istruzione personalizzata per le sue esigenze specifiche. Le risorse aggiuntive presenti alla fine del capitolo forniscono ulteriori informazioni su come modificare gli approcci didattici, i materiali e le valutazioni per affrontare gli stili di apprendimento e le sfide uniche degli studenti e delle studentesse neurodivergenti.
3. Collaborazione e supporto – Il capitolo 6 pone particolare enfasi sull’importanza della collaborazione tra docenti, genitori/tutori e fornitori di servizi correlati. Questo approccio collaborativo assicura che tutti i soggetti coinvolti comprendano le esigenze degli/delle apprendenti e lavorino insieme per implementare sistemazioni e strategie efficaci per fornire un’istruzione di alta qualità.
Strategie utilizzate come parte della buona pratica
Adattare l’istruzione ai vari stili di apprendimento ✔
Guida alla creazione e all’attuazione di piani di apprendimento personalizzati ✔
Creare un ambiente positivo e di supporto in classe ✔
Risultati e impatto
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Perché questa può essere considerata una buona pratica?
Questo documento può essere considerato una buona pratica in virtù dell’istituzione pubblica che l’ha elaborato, il Dipartimento dell’Educazione degli Stati Uniti, che porta con sé diversi aspetti positivi, quali:
• accesso a un’ampia ricerca e competenza nel campo dell’istruzione;
• allineamento con gli standard nazionali e i requisiti legali come l’Individuals with Disabilities Education Act (IDEA), assicurando che i/le docenti abbiano accesso alle informazioni sulla conformità e sulle buone pratiche per supportare gli studenti e le studentesse neurodivergenti;
• risorsa gratuita e disponibile per gli/le insegnanti di tutto il Paese e anche all’estero, promuovendo un più ampio accesso a conoscenze e risorse preziose;
• trasparenza e responsabilità, in quanto il documento può essere rivisto e valutato da educatori e stakeholder, garantendone la qualità e l’efficacia.
Trasferibilità
Sebbene la trasferibilità possa essere complessa, dal momento che questa buona pratica è profondamente radicata nel sistema scolastico, nella legislazione, negli attori e nella struttura sociale degli Stati Uniti, alcune parti di essa possono essere sicuramente adottate in altri contesti e ambienti scolastici di diversi Paesi, soprattutto gli strumenti #2 e #5. Tuttavia, può sempre essere interessante vedere, da una prospettiva europea, come le questioni educative e, nello specifico, la gestione di studenti e studentesse neurodivergenti nell’insegnamento delle lingue, siano gestite in sistemi diversi, in un’ottica di miglioramento continuo e di possibilità di adottare buone pratiche.
Risorse utilizzate come parte della buona pratica
Questa buona pratica è disponibile al seguente link: https://www2.ed.gov/about/offices/list/oela/english-learner-toolkit/index.html
Criticità
Il capitolo 6 del Toolkit EL fornisce una notevole quantità di informazioni utili e preziose sulle politiche, le linee guida e i requisiti legali quando si lavora con alunni/e EL neurodivergenti. Il documento avrebbe potuto essere ancora più completo con una sezione dedicata alla proposta di un piano di lezione e all’uso di tecnologie assistive.
Eventuali, ulteriori lezioni apprese che possiamo trarre da questo esempio di buona pratica
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Eventuali informazioni o risorse aggiuntive
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