Educazione linguistica accessibile e inclusiva – Promuovere un apprendimento linguistico efficace per studenti stranieri e studenti con DSA

Paese studiato: Italia

Tipo di difficoltà di apprendimento che la buona pratica supporta

  • Difficoltà di lettura e scrittura
  • Difficoltà di apprendimento generali o specifiche

 

Scopi e obiettivi della buona pratica

Questa buona pratica analizza la gestione di classi con studenti diversi. Gli studenti presi in considerazione sono sia apprendenti di italiano L2/LS sia studenti e studentesse con Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA), che presentano caratteristiche individuali e bisogni linguistici precisi, potenzialmente diversi dal resto della classe. L’obiettivo è quello di fornire tre elementi: 1) una panoramica della normativa italiana per gli studenti e le studentesse non madrelingua e DSA, 2) una ricerca a sostegno delle “classi ad abilità mista” e 3) un modello chiaro e pratico per creare unità didattiche inclusive all’interno di tali classi. L’obiettivo principale è quello di promuovere la collaborazione tra i diversi campi di ricerca sull’insegnamento delle lingue. Questa collaborazione ha un duplice scopo: fare luce sulle realtà complesse e diverse delle classi che gli/le insegnanti di lingue affrontano ogni giorno e dotarli di linee guida pratiche e fondate per la loro azione didattica quotidiana. La dimensione etica di fondo è quella di smantellare gli ostacoli che impediscono la piena partecipazione degli studenti e delle studentesse alla vita in classe e al processo di apprendimento.

 

Breve descrizione della buona pratica  

La buona pratica offre alcune linee guida sintetiche ma complete su come gestire una classe eterogenea e mista, con le principali norme dedicate agli/alle apprendenti non madrelingua italiani e agli studenti e studentesse neurodivergenti come punto di partenza, insieme a una breve descrizione delle caratteristiche degli/delle apprendenti che possono essere riconosciuti come tali. L’approccio scientifico che sostiene l’intero lavoro, individua il ruolo dell’insegnante in una cornice umanistico-emotiva, in cui l’apprendimento significativo è facilitato dalla promozione dell’interazione tra la dimensione cognitiva e quella emotiva, in quanto collaborano a livello neurale all’attività della memoria di lavoro. Ciò può essere fatto attraverso diverse tecniche, che sono organizzate in un modello di Unità di Apprendimento suddiviso nelle fasi tipiche dell’insegnamento delle lingue straniere (motivazione, comprensione del testo, analisi, sintesi). Le principali attività possibili sono, tra le altre: brainstorming, matching, esercizi tipo puzzle, transcodifica, cloze, vero/falso, ricerca di informazioni, pattern drill, role-play, compiti autentici.

 

3 Principi di apprendimento chiave che sono stati utilizzati in questa buona pratica per supportare studenti e studentesse neurodivergenti

1. Lo studente/La studentessa come persona è al centro dell’attività di apprendimento – Il concetto di “studente come persona” comprende tutte le sfaccettature che contribuiscono al processo di apprendimento: dimensioni cognitive, emotive, relazionali, motivazionali e, se del caso, fisiche. Una pratica di insegnamento delle lingue straniere che voglia essere veramente efficace e inclusiva è fatta su misura dell’apprendente e mira a coinvolgere e valorizzare tutti questi aspetti. Da un punto di vista didattico, essendo le dimensioni emotive e cognitive strettamente interconnesse, un approccio produttivo è quello di stimolare processi cognitivi diversificati per sostenere la memorizzazione e aumentare le possibilità di valorizzare le caratteristiche individuali degli studenti e delle studentesse, e favorire lo sviluppo di competenze metacognitive e metaemotive.

2. Le metodologie a mediazione sociale si allontanano dall’istruzione tradizionale, percepita come ricezione passiva di informazioni, e si concentrano sugli studenti che costruiscono attivamente la conoscenza. Il gruppo classe stesso diventa il cuore dell’apprendimento, visto come risorsa e fonte di comprensione condivisa. Per promuovere la partecipazione attiva, gli/le insegnanti possono utilizzare diverse strategie: l’insegnamento ludico, la flipped classroom, le lezioni dialogiche che incoraggiano la comunicazione bidirezionale, le attività di problem solving che richiedono la collaborazione, i fogli di lavoro differenziati che rispondono alle esigenze individuali, l’apprendimento cooperativo che favorisce il lavoro di squadra e persino i programmi di tutoraggio tra pari in cui gli studenti e le studentesse si sostengono a vicenda e imparano gli uni dagli altri. Gli/Le apprendenti saranno in grado di sviluppare contemporaneamente una serie di competenze diverse, non solo linguistiche e comunicative, ma anche sociali, metacognitive, metaemotive, culturali e interculturali.

3. Strategie di diversificazione – Quando non è possibile soddisfare le esigenze di tutti gli studenti e studentesse, alcuni interventi di diversificazione possono offrire un supporto nella gestione, attraverso diverse azioni: piccoli adattamenti nei materiali didattici; cambiamenti nella metodologia (ad esempio, la segmentazione) o nella pianificazione del corso (ad esempio, obiettivi specifici per studenti e studentesse neurodivergenti). Tali dispositivi possono variare in base alle caratteristiche e ai bisogni degli/delle apprendenti.

 

Strategie utilizzate come parte della buona pratica

Adattare l’istruzione ai vari stili di apprendimento ✔
Guida alla creazione e all’attuazione di piani di apprendimento personalizzati ✔
Creare un ambiente positivo e di supporto in classe ✔

 

Risultati e impatto 

Nell’ambito delle strategie di diversificazione, uno dei possibili interventi dell’insegnante in materia di valutazione è l’inserimento di obiettivi specifici per gli studenti e le studentesse neurodivergenti come, ad esempio, la selezione e l’utilizzo corretto degli strumenti compensativi appropriati.

 

Perché questa può essere considerata una buona pratica?

Questa buona pratica si avvale del contributo di un gruppo di ricerca altamente qualificato, costituendo così una risorsa preziosa e fondata. Gli autori sono Carlos Melero, Fabio Caon e Annalisa Brichena, tutti legati all’Università Ca’ Foscari di Venezia con ruoli diversi. Si tratta di un’istituzione di spicco in Italia e non solo, nota per la qualità della sua ricerca nel campo dell’acquisizione e dell’insegnamento delle lingue, attraverso programmi di laurea e post-laurea e gruppi di ricerca specializzati.
Carlos Melero è docente di lingue e direttore del gruppo di ricerca DEAL, che si occupa di studiare i processi coinvolti nell’educazione linguistica degli studenti e delle studentesse neurodivergenti, con l’obiettivo di eliminare le barriere e promuovere un ambiente di apprendimento realmente inclusivo. Fabio Caon è professore e direttore del gruppo LabCom, che fa parte del Centro di ricerca sull’insegnamento delle lingue e studia il ruolo della comunicazione nell’insegnamento e nell’apprendimento delle lingue, con particolare attenzione alla dimensione interculturale. Annalisa Brichese fa parte del team LabCom.

 

Trasferibilità

Le linee guida e il modello di unità di apprendimento proposti nel documento possono essere trasferiti in altri contesti, ambienti e Paesi per i seguenti motivi:
• La buona pratica non prevede limitazioni in termini di età, grado scolastico, contesto e durata, quindi la trasferibilità è implicitamente incoraggiata;
• Il modello di unità di apprendimento propone molte tecniche diverse per ogni fase, adottando una struttura modulare che favorisce il riutilizzo e la riorganizzazione delle strategie suggerite.

 

Risorse utilizzate come parte della buona pratica

Il documento è disponibile al seguente link: https://edizionicafoscari.unive.it/media/pdf/article/elle/2018/37-3-2018/art-10.14277-ELLE-2280-6792-2018-03-001_ryiZmPi.pdf

 

Criticità 

Questo documento fornisce una quantità consistente di tecniche pratiche per l’insegnamento delle lingue straniere a studenti e studentesse neurodivergenti. La struttura tematica, ben organizzata, categorizza queste strategie per abilità e fase di insegnamento, fornendo inoltre riferimenti completi alla legislazione vigente. Per arricchire ulteriormente questa panoramica, l’inclusione di informazioni sulle tecnologie assistive e con esempi specifici della loro applicazione sarebbe stato un valore aggiunto.

 

Eventuali, ulteriori lezioni apprese che possiamo trarre da questo esempio di buona pratica

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Eventuali informazioni o risorse aggiuntive 

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